Si racconta che il sette volte presidente del Consiglio italiano, Giulio Andreotti, amasse burlarsi, al telefono, della erre moscia della moglie Livia, costringendola a pronunciare parole cariche di quella consonante, come "Trimarri" e "Vrigliari". L'aneddoto è riportato da Massimo Franco nella sua biografia dello statista.
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