domenica 31 luglio 2011

Giuseppe D'Avanzo



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LUTTO
E' morto Giuseppe D'Avanzo
era un campione di giornalismo

E' scomparso all'improvviso. Era nato nel 1953. Sue le inchieste che hanno segnato la storia del quotidiano. Dal rapimento di Abu Omar al Nigergate fino alle dieci domande poste a Silvio Berlusconi sui suoi legami con la giovane Noemi Letizia. Sua l'idea del sito di inchieste di Repubblica.it

ROMA - E' morto improvvisamente, oggi, Giuseppe D'Avanzo. Colto da un malore durante una gita in bicicletta a Calcata, nel viterbese. Nato a Napoli nel 1953, era una delle firme principali di Repubblica, dove ha lavorato per una vita tranne una interruzione di tre anni al "Corriere della Sera". Le sue inchieste hanno fatto la storia del quotidiano. Dal Nigergate alla vicenda Abu Omar, dal caso delle escort legate a Giampaolo Tarantini 1 fino alle dieci domande poste al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi 2, dalle pagine di Repubblica, per chiedere conto dei suoi rapporti con Noemi Letizia, al caso Ruby 3. Aveva scritto Il mercato della paura. La guerra al terrorismo islamico nel grande inganno italiano e Il Capo dei capi. Vita e carriera criminale di Totò Riina. Unanime il cordoglio delle parti politiche 4 e di chi lo aveva conosciuto. I funerali lunedì 1agosto alle 12 presso l'Aranciera di San Sisto, a Roma.

LO SPECIALE: LE SUE INCHIESTE 5

LE DIECI DOMANDE: LO SPECIALE MULTIMEDIALE 6

Fu proprio dall'inchiesta pubblicata su Repubblica nel 2005 che prese nome la vicenda del cosiddetto Nigergate. Ovvero la vicenda secondo cui l'allora Sismi - il servizio d'intelligence militare italiano - avrebbe consegnato alla Cia falsi documenti che avrebbero dovuto provare l'importazione di uranio dal Niger da parte dell'Iraq di Saddam Hussein. Secondo la ricostruzione dell'inchiesta, il materiale sarebbe stato usato dall'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush per provare che il dittatore iracheno stava cercando di procurarsi armamenti nucleari, e giustificare così l'avvio della prima guerra del Golfo 7. All'epoca, il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi. Il 31 ottobre del 2005 incontrò il capo della Casa Bianca a Washington, e riferì che Bush aveva negato di aver ricevuto alcuna informazione da Roma. Ma da quella inchiesta - che si rivelò del tutto fondata - scaturì uno scandalo internazionale che fece tremare Washington, con contraccolpi sugli alti vertici della Cia. Fino a vendette incrociate negli alti vertici della politica e dell'Intelligence, ricostruite anche in un film - Fair Game ("Caccia alla spia").

Un'altra vicenda alla quale D'Avanzo dedicò molto del suo impegno e della sua ostinazione è quella del rapimento e trasferimento in Egitto dell'imam di Milano Hassan Mustafa Osama Nasr 8, estremista islamico e fiancheggiatore del terrorismo, sequestrato da agenti della Cia nel capoluogo lombardo il 17 febbraio del 2003. L'operazione fermò di fatto le indagini che la Procura di Milano stava conducendo riguardo ai legami dell'imam con organizzazioni fondamentaliste islamiche. Un episodio che D'Avanzo collegò con insistenza a un'attività clandestina della Cia in Italia ma anche a un'operazione congiunta degli Stati Uniti con gli 007 italiani del Sismi. Il proseguio dell'inchiesta fece emergere la possibilità che la rilevazione satellitare delle utenze di telefonia mobile del commando che sequestrò Abu Omar indicasse che, sul luogo del rapimento, vi fossero anche, appunto, degli agenti italiani. Una strada che portò all'individuazione di una sinergia fra Sismi e esperti informatici della Telecom, creata per depistare le indagini svolte fino a quel momento e tenere sotto controllo alcuni personaggi pubblici italiani.

Più recente l'idea delle "dieci domande" 9. Che D'Avanzo decise di porre a Silvio Berlusconi, dalle pagine di Repubblica, per chiedere conto dei suoi legami con la giovane Noemi Letizia, quando il quotidiano pubblicò la notizia della partecipazione del presidente del Consiglio alla festa per il 18esimo compleanno della ragazza di Casoria, il 26 aprile del 2009. Le dieci domande vennero pubblicate il mese dopo, a maggio, in uno speciale multimediale su Repubblica.it, nel quale D'Avanzo esponeva le numerose incongruenze legate alle spiegazioni che il premier aveva dato riguardo ai suoi rapporti con la ragazza e con la sua famiglia. Incoerenze che, appunto, il giornalista sintetizzò in una serie di interrogativi a lungo ignorati da Berlusconi e ai quali, poi, rispose indirettamente nel corso della presentazione di un libro di Bruno Vespa.

E noi di Repubblica.it non dimentichiamo l'attenzione che Giuseppe dava al sito. E' stata sua l'idea del sito inchieste 10, uno degli ultimi prodotti editoriali di Repubblica.it.

(link originale dell'articolo: http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/30/news/morto_giuseppe_d_avanzo-19815836/)

Andrea Pazzagli



(link originale dell'immagine: http://www2.melitoonline.it/wp-content/uploads/2009/04/pizzagli.jpg)


Serie A - Lutto nel calcio, è morto Pazzagli
dom, 31 lug 14:16:00 2011

L'ex portiere di Milan e Bologna è scomparso questa mattina a soli 51 anni, era in vacanza con la famiglia ed è stato colpito da un infarto che non gli ha lasciato scampo

Andrea Pazzagli se ne è andato a soli 51 anni, probabilmente per un infarto. L’ex portiere di Milan, ma anche Ascoli e Bologna, ha lasciato troppo presto la moglie e i tre figli mentre era in vacanza proprio con loro in Toscana. Una notizia tremenda per gli appassionati di calcio, che avevano imparato ad apprezzare il suo garbo anche nelle vesti di commentatore televisivo e di preparatore delle Nazionali giovanili azzurre.

Mercoledì sarebbe dovuto tornare al lavoro, a Coverciano, per una riunione dello staff della Nazionale Under 20. Ma a quell’appuntamento non potrà essere presente. Tutta colpa di un malore che lo ha colpito questa mattina intorno alle sette. Per lui non c’è stato nulla da fare. Se ne è andato così uno dei giocatori del mitico Milan di Arrigo Sacchi.

Pazzagli arriva in rossonero nell’estate del 1989, dopo un costante crescendo in provincia. Cresciuto nel vivaio della Fiorentina, era andato a farsi le ossa a Imola, Bologna, Udinese, Catania e poi Ascoli. Lì dove era arrivato in Serie A da titolare, il suo trampolino verso la maglia rossonera. Al Milan è rimasto due anni.

Ma fa comunque in tempo a togliersi grandi soddisfazioni. Prima da dodicesimo di Giovanni Galli e poi da titolare nella stagione 1990-91, quando diventa campione del mondo da numero uno, scendendo in campo in Milan-Olimpia Asuncion 3-0 (finale di Coppa Intercontinentale). A 31 anni, passa poi al Bologna, alla Roma e chiude in C1 con il Prato nel 1996.

La sua storia, però, non finisce lì. Entra nello staff del Milan come preparatore dei portieri, poi va alla Fiorentina e dal 2001 è nello staff delle nazionali italiane. Ma non solo. Forse in pochi sanno che Pazzagli era anche un cantautore capace di comporre e pubblicare due album molto apprezzati dalla critica.

“Spero che esistano gli angeli”, questo era il titolo del suo ultimo disco. Noi, invece, siamo sicuri. Adesso abbiamo un angelo in più a guardarci dall’alto.

(link originale dell'articolo: http://it.eurosport.yahoo.com/31072011/45/serie-lutto-nel-calcio-morto-pazzagli.html)

sabato 16 luglio 2011

Che differenza c’è tra stanza e camera?



Si tratta essenzialmente di sinonimi: con entrambi i termini infatti indichiamo i locali abitativi di una casa. Più in particolare, però, con “camera” si intende la stanza da letto.

domenica 10 luglio 2011

Roland Petit









(link originale dell'immagine: http://www.sipario.it/fotovarie/petit.jpg)



E' morto il coreografo Roland Petit

Con lui la danza tornò "contemporanea"

Prima ballerino, poi geniale sviluppatore di passi e movenze, si è spento a Ginevra all'età di 87 anni. Da Parigi a Hollywood con un sogno nella mente: il balletto come medium perfettamente integrato nel nostro tempo

ROMA - Il coreografo e danzatore francese Roland Petit è morto a Ginevra all'età di 87 anni. Era nato a Villemomble il 13 gennaio del 1924. Tra le sue opere più note Le jeune homme et la mort, su libretto di Jean Cocteau, con coreografia e costumi di straordinaria modernità. Nel 1972 fondò il Ballet National de Marseille, che diresse per ventisei anni.
Il giovane Roland Petit si formò alla scuola di danza dell'Opéra di Parigi sotto la direzione di Gustave Ricaux ed entrò a far parte del corpo di ballo dell'Opéra nel 1939. Nei cinque anni successivi prese parte a numerosi spettacoli e conquistò i suoi primi successi come coreografo con Orphée, Rêve d'Amour. A partire dal 1944 decise di concentrarsi sulle proprie opere al Teatro Sarah Bernhardt di Parigi assieme a Irène Lidova e col sostegno di artisti come Christian Bérard e Jean Cocteau.

Nel 1945, aiutato finanziariamente da suo padre, Petit fondò la compagnia dei Ballets des Champs-Elysées, in cui figurò da danzatore principale, maestro di ballo e coreografo. Iniziò così a sperimentare, sviluppando il suo celebre stile acrobatico angolare. Con Les Forains (1945) giunse il maggior successo mai ottenuto da Petit fino a quel momento. L'anno successivo la sua compagnia ripropose anche Le Jeune Homme et la mort, guadagnando notevoli consensi presso la critica, perché dimostrava che la danza poteva essere considerata un medium perfettamente in linea con la contemporaneità.

Ormai una griffe della danza, nel 1948 Petit diede vita al Ballets de Paris de Roland Petit, con cui presentò i sui successivi lavori: tra gli altri, Les Demoiselles de la nuit (1948), L'Oeuf à la coque (1949), Carmen (1949), e La Croqueuse de diamants (1950). Altri importanti ballerini emersero dalla compagnia di Petit. Si ricordano, ad esempio, Renée (Zizi) Jeanmaire, capace di catalizzare l'attenzione con la passione della sua danza in Carmen e che sposò Petit nel 1954.

Roland e Renée lavorarono assieme a Hollywood per molti film musicali, tra i quali si ricordano in particolare Hans Christian Andersen (1952), Daddy Long Legs (1955) e Anything Goes (1956). Nel 1960 uscì nelle sale Black Tights, le cui coreografie incorporavano molti passi di danza inventati da Petit. Grazie al successo del film, per il coreografo francese si aprirono nuove opportunità presso le compagnie di ballo più prestigiose in tutto il mondo.

Nel 1970 Petit fu nominato direttore dell'Opéra di Parigi, esperienza di breve durata. E' del 1972 la nascita del Ballet de Marseille (poi Ballet National de Marseille-Roland Petit), a cui il coreografo si dedicò fino al 1998, quando fu costretto a lasciare, non prima di aver offerto al pubblico e alla danza lavori spumeggianti come Coppélia (1975) e versioni sceniche di note opere letterarie (Nanà da Zola, Les intermittences du coeur da Proust, Les hauts du Hurlevent dalla Brönte, Le fantòme de l'Opéra da Leroux).

Negli anni Ottanta si ricordano ancora fortunati lavori come Le mariage du Ciel et de l'Infer (Milano, 1984), Le chat botté (Parigi, 1985), L'Ange bleu (Berlino, 1985), Ma Pavlova (Parigi, 1985), Le diable amoreux (1989). Infine, nel decennio successivo, La bella addormentata (1990), Pink Floyd Ballet (1991), Charlot dans avec nous (1991), Il Gattopardo (Palermo, 1995), Chéri (Milano, 1996) e Le Lac des cygnes et ses maléfices (Marsiglia, 1998).

(link originale dell'articolo: http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/07/10/news/danza_morto_roland_petit-18934388/?rss)