venerdì 24 giugno 2011

Peter Falk










(link originale dell'immagine: http://www.piedpulse.com/wp-content/uploads/2011/02/293.ad_.PeterFalk.Columbo.121608-185x300.jpg)




Morto Peter Falk, il Tenente Colombo


L'attore americano aveva 83 anni
Dopo i successi in tv, le difficoltà
famigliari e il dramma Alzheimer

Se n’è andato uno dei miti cinematografici della giovinezza di molti: l’attore americano Peter Falk, reso celebre dal personaggio televisivo del Tenente Colombo. Negli ultimi anni, soffriva del morbo di Alzheimer e avevano fatto il giro del mondo, qualche anno fa, le foto che lo ritraevano a Los Angeles, non lontano dalla villa di Beverly Hills, disorientato e in stato confusionale, sporco in viso e con abiti sporchi, mentre urlava frasi prive di senso.

La figlia ne aveva richiesto l’affidamento, ma la notizia che fosse ridotto a vivere come un barbone aveva inevitabilmente suscitato dolore nei milioni di persone che, negli anni 70, avevano seguito con passione le gesta delll’infallibile detective che, con il suo aspetto trasandato e apparentemente distratto, riusciva sempre a incastrare il colpevole. Nel 1968 il primo episodio (ma in Italia era approdato oltre dieci anni dopo, nel 1979) a cui erano seguiti altri 69 appuntamenti, un must per gli appassionati del genere, con un successo costante (repliche comprese).

Nato a New York il 16 settembre 1927, padre polacco con discendenze ungheresi e madre ebrea russa, con un diploma di ragioniere in tasca si era presentato ad Harry Cohn, numero uno della Columbia Pictures: un buco nell’acqua, perchè quello gli aveva risposto: «Per gli stessi soldi posso prendere un attore con due occhi». E invece le storie del detective di origine italiana, con lo sgualcito impermeabile chiaro e l’occhio strabico (dovuto alla protesi oculare che portava da quando, ad appena tre anni, gli era stato asportato l’occhio destro per un tumore) affascinarono il mondo. Il refrain con cui risolveva i casi più intricati era sempre lo stesso («Un’ultima cosa..») e anche il ’modellò degli episodi (che partivano al contrario, con il racconto dell’omicidio e le immagini dell’assassino) e le battute sulla moglie, continuamente nominata ma che non appariva mai.

Falk vinse 4 Emmy e un Golden Globe per «Il tenente Colombo» e ottenne due nomination all’Oscar come ’attore non protagonistà nel 1961 e nel 1962, rispettivamente per «Angeli con la pistola» e «Sindacato assassini». Indimenticabile l’intepretazione in «Il cielo sopra Berlino» di Wim Wenders del 1987, in cui l’attore interpretò se stesso. Il suo regista preferito, l’indipendente John Cassavetes, lo diresse diverse volte, come nel memorabile «Una strana coppia di suoceri».

(link originale dell'articolo:
http://www3.lastampa.it/spettacoli/sezioni/articolo/lstp/408684/)

domenica 19 giugno 2011

Clarence Clemons



(link originale dell'immagine: http://www.ilsussidiario.net/img/ANSA3/clemonso_R400.jpg)



CLARENCE CLEMONS/ Video, è morto il sassofonista di Bruce Springsteen e della E Street Band

MORTE - "Big Man", come lo chiamava il suo amico fraterno, Clarence Clemons, è morto. Figura iconica della storia del rock, il sassofonista di colore non a caso era l'unico musicista della E Street Band a comparire insieme a Springsteen sulla copertina del suo disco più famoso e significativo, "Born to Run", pubblicato nel 1975. Un abbraccio quello che mostrava quella foto, con più significati: il bianco e il nero, le due radici della musica rock; l'amicizia interazziale; la chitarra (rock) e il sassofono (jazz). Tutti mondi che Bruce Springsteen aveva saputo unire grazie alla sua visione a 360 gradi della musica. E in tutto questo The Big Man giocava un ruolo altamente significativo. Clarence Clemons, 69 anni, il più anziano della band, era stato colpito da un ictus sabato scorso. Le sue condizioni sembravano in lento miglioramento, invece non ce l'ha fatta, complici anche le già non buone condizioni di salute del musicista che aveva subito diverse operazioni in tempi recenti. E' il secondo musicista della E Street Band a morire: pochi anni fa era infatti scomparso il tastierista Danny Federici, stroncato da un tumore. Con la scomparsa però di Clarence Clemons se ne va il simbolo stesso di questo gruppo di musicisti, difficilmente Springsteen potrà sostituirlo come fece con Federici ed è auspicabile che questo grande gruppo che ha segnato più di trent'anni di sogni e utopie rock adesso concluda il suo percorso. Springsteen e Clemons si conoscevano ben prima che la E Street Band prendesse forma, dai primissimi anni 70, entrambi provenienti da quel New Jersey di provincia su cui nessuno avrebbe scommesso sarebbe arrivata una rivoluzione rock di tale portata. Nel corso degli anni, sul palcoscenico, i due avrebbero dato vita a formidabili siparietti non solo musicali, ma anche umani, con mille storie raccontate da Bruce a proposito di improbabili avventure on the road con protagonista The Big Man, come lui lo chiamava. Spesso questi momenti si chiudevano con un bacio fra i due, segno di una amicizia virile che sapeva trascendere le generalizzazioni sessuali per sconfinare in qualcosa di più grande. Musicalmente, Clarence Clemons aveva portato la forza del blues sporco e graffiante, soffiato con abbia nel suo sassofono: indimenticabile la sua parte nel brano Jungleland. Di lui ha detto dopo a scomparsa Sèringsteen: "Era il mio grande amico, il mio partner. Con Clarence al mio fianco, la mia band e io siamo stati capaci di raccontare una storia più profonda di quella contenuta nella nostra musica. La sua vita, la sua memoria e il suo amore vivranno per sempre in quella storia e nella nostra band". Ma indimenticabile resterà per sempre l'immagine ricavata dal film "No Nukes" del 1979, quando Springsteen, al termine del suo brano probabilmente più significativo, Thunder Road, si getta in ginocchio davanti a Clarence Clemons dopo che i due si sono "sfidati" da una parte all'altra del palco a colpi di chitarra e di sassofono: una immagine iconica che segna per sempre il sogno impossibile di una musica rock che ha finito davvero di essere giovani e che adesso non è più nata per correre.

(link originale dell'articolo: http://www.ilsussidiario.net/News/Musica-e-concerti/2011/6/19/CLARENCE-CLEMONS-Video-e-morto-il-sassofonista-di-Bruce-Springsteen-e-della-E-Street-Band/187692/)

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sabato 11 giugno 2011

Giorgio Celli









(link originale dell'immagine: http://www.provediemozioni.it/public/wp-content/uploads/2009/04/celli.jpg)


Addio all'entomologo Giorgio Celli
Portò in tv il suo amore per gli animali L'entomologo, etologo e divulgatore scientifico Giorgio Celli in un'immagine del 1997

Una vita per gli animali. Verrà ricordato così Giorgio Celli, morto oggi in ospedale a Bologna a 76 anni, senza essersi mai del tutto ripreso da un intervento chirurgico di un mese fa.

Fosse nella casa di via Mascarella mentre accarezzava i suoi gatti, oppure in Tv dove portò la sua scienza, o in cattedra mentre descriveva usi e costumi di bestie anche più grandi dell'essere umano, ma spesso meno feroci. Pensieri come questo, simpaticamente provocatori, lo avevano portato anche a scendere nell'agone politico per i Verdi, consigliere comunale a Bologna ed europarlamentare dal 1999 al 2004. Ma Giorgio Celli è stato molte cose: docente all'Istituto di Entomologia - l'Università di Bologna gli dedica martedì una commemorazione funebre all'Archiginnasio - conduttore televisivo per la Rai (Nel Regno degli animali), scrittore, amante del teatro e della poesia: oltre all'innumerevole saggistica di settore, sono quasi una trentina le sue pubblicazioni tra narrativa, prosa e versi. Decine i titoli dedicati ai gatti: 'Maestri senza parole' amava chiamarli dopo averli studiati a lungo. Nella sua profonda curiosità di vita, aveva anche recitato in un film di Pupi Avati del 1975 (La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone), ma con il regista aveva soprattutto collaborato a molte sceneggiature.

Sarà tumulato a Monzuno, sull'Appennino Bolognese, luogo caro al figlio Davide, anche lui ex consigliere comunale verde, che un mese fa aveva annunciato la gravità delle condizioni del padre e oggi ne ha confermato la scomparsa. Fra gli ultimi suoi impegni, nel marzo scorso Celli aveva presentato l'allestimento per un nuovo spazio del Musei Regionale di scienze naturali di Torino dedicato alla storia della vita sulla Terra che verrà inaugurato nel marzo 2012.

Sabato 11 giugno 2011 19.30

(link originale dell'articolo: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/225825)