sabato 23 febbraio 2013

Hasse Jeppson

Hasse Jeppson

Serie A - Si è spento Jeppson, chiude il "Banco di Napoli"
L'ex attaccante di Napoli, Atalanta e Torino si è spento questa mattina a 88 anni nella sua casa di Roma: è la fine di un centravanti leggendario, passato alla storia del nostro calcio per un trasferimento che destò scalpore e lo rese "mister 105 milioni".
Se ne è andato questa mattina, dopo che il cuore ha ceduto nell’ultima battaglia. Si è spento dopo mesi di sofferenza nellapropria casa romana Hasse Jeppson, nome che ai più giovani dirà poco ma che resta una delle leggende del calcio italiano. L’ex centravanti svedese aveva 88 anni e da qualche mese era alle prese con malanni fisici conseguenti a una brutta caduta. Dopo la rottura del femore non si era più ripreso, finendo per perdere l’uso delle gambe.
Ci lascia così un centravanti leggendario. Arrivato in Italia nel 1951 dal Charlton, fu prelevato dall’Atalanta che si assicurò un vero e proprio colpaccio. Jeppson era il capitano della Svezia, un attaccante implacabile che si presentava in Serie A con il soprannome di “Piede d’oro”. Un nomignolo nato dopo lo straordinario Mondiale del 1950, quando trascinò i suoi al successo anche con l’Italia virtualmente campione in carica, segnando una doppietta che ubriacò il leggendario Parola (3-2 il finale).
Ma quel soprannome gli restò appiccicato non troppo a lungo. Bastarono infatti 27 partite in maglia nerazzurra e 22 gol segnati per mettere la firma a uno dei primi trasferimenti capaci di destare scalpore. La sua classe creò un’asta incredibile. E, alla fine, se lo aggiudicò il leggendario Achille Lauro, presidente del Napoli, per la straordinaria cifra di 105 milioni di lire. Mai nessuno, prima di allora, era stato pagato una cifra simile. Mai era stato sfondato il tetto dei “cento milioni”.
Da questa vicenda, ecco nascere il soprannome che lo ha consacrato nella storia del nostro calcio. Per i tifosi napoletani, Jeppson diventa in fretta “mister 105 milioni”. O, come preferivano gli spettatori che accorrevano al vecchio impianto del Vomero, il “Banco di Napoli”. Un centravanti che fece la storia per un trasferimento che infiammò il tifo napoletano più ancora dei suoi gol. Di certo non rari (52 in 112 partite), ma non paragonabili alle attese.
“Mannaggia Jeppson” divenne una delle esortazioni più ricorrenti, nata a causa delle molte occasioni fallite sotto porta. Resterà a Napoli sino al 1956, per poi chiudere la carriera al Torinotogliendosi la soddisfazione di asfaltare la Juventus con una storica doppietta nel 4-1 del 17 marzo 1957. Ma dall’Italia non se ne è più andato. Per l’amore di Napoli e di una napoletana, la moglie Emma che lo ha accompagnato sino al momento dell’addio. Ha chiuso il “Banco di Napoli”, addio “mister 105 milioni”.
(link originale dell'articolo e dell'immagine: http://it.eurosport.yahoo.com/notizie/serie-si-%C3%A8-spento-jeppson-chiude-banco-napoli-103450023.html)