domenica 25 dicembre 2011

Sergio Buso

PADOVA - Dopo una lunga lotta con la leucemia, e un aggravamento nell'ultimo mese, è morto alla vigilia di Natale Sergio Buso, 61 anni, portiere negli anni '70 e '80 e poi allenatore: negli ultimi anni era stato anche il vice di Roberto Donadoni durante l'esperienza alla guida della Nazionale italiana e del Napoli. Lo si legge nel sito del Bologna Fc 1909, nel quale giocò dal 1972 per tre anni e 61 presenze, conquistando la '74 la Coppa Italia e partecipò alla Coppa delle Coppe e alla Mitropa Cup.

Nato a Padova, Buso aveva cominciato a 18 anni la sua avventura calcistica proprio nella squadra della sua città. Dopo il Bologna, giocò a Cagliari, Novara, Taranto, Teramo, Pisa, Mantova e Lucchese, ultima squadra in carriera, finita nell'87, dove cominciò l'esperienza da tecnico. Nel '95 il ritorno a Bologna da collaboratore di Renzo Ulivieri negli anni e nel '99 guidò la prima squadra fino all'arrivo di Guidolin.

L'ex presidente rossoblù Gazzoni Frascara lo definì "la Treccani del calcio". Buso ha lavorato anche per Taranto, Venezia, Modena, Napoli, Reggina, Fiorentina e Catanzaro. Il ruolo più importante è stato quello in Nazionale come vice di Donadoni dal 2006 al 2008, partecipando anche alla spedizione azzurra agli Europei in Austria e Svizzera. Con l'ex ct ha lavorato anche a Napoli per alcuni mesi del 2009 sempre nelle vesti di vice, fino all'esonero da parte del patron partenopeo Aurelio De Laurentiis. Per Donadoni aveva continuato a lavorare anche durante la scorsa estate nonostante la malattia, ma le sue condizioni si erano aggravate nell'ultimo mese.

(link originale dell'articolo: http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=174465)














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Giorgio Bocca




(link originale dell'immagine: http://biografieonline.it/img/bio/g/Giorgio_Bocca.jpg)


Milano, 25 dic. (LaPresse) - E' morto, nella sua casa di Milano, il giornalista Giorgio Bocca. Nato a Cuneo il 28 agosto 1920 ha raccontato la storia del Paese per oltre 70 anni. "Grande giornalista, grande combattente, grande amico": così la casa editrice Feltrinelli, con cui Bocca aveva un contratto dal 2002, definisce lo scrittore, che si è sempre occupato di attualità politica, analisi socioeconomiche, approfondimento storico e storiografico. Tra le sue opere più importanti 'Storia dell'Italia partigiana' (1966), 'Storia d'Italia nella guerra fascista' (1969), 'Palmiro Togliatti' (1973), 'La Repubblica di Mussolini' (1977), 'L'inferno. Profondo Sud, male oscuro' (1993).

"Bocca ha fatto dell'essere 'antitaliano' una virtù, il metodo per non arrendersi a luoghi comuni. Da lui ho capito che non bisognava mai lasciarsi ferire, né abbassare gli occhi: gli insulti sono spinte ad andare oltre, a entrare più in profondità nei problemi. La mia strada per l'inferno l'ha indicata lui, 'Gomorra' si è nutrito della sua lezione: guardare le cose in faccia, respirarle, sbatterci contro fino a farsele entrare dentro e poi scrivere senza reticenze, smussature, compiacenze". Così Roberto Saviano ricorda sul sito internet de 'L'Espresso' Giorgio Bocca, scomparso questo pomeriggio a 91 anni a Milano. Bocca "mi ha insegnato, a raccontare senza avere scrupoli né sentirmi un traditore" aggiunge Saviano. "Lo hanno accusato di essere razzista, antimeridionale, di odiare il Sud. Sono le stesse cose che hanno detto di me, contro di me, il rinnegato. Ci hanno dato degli avvoltoi che si arricchiscono con il dolore altrui" aggiunge ancora lo scrittore.

"Il dramma di questo Paese è di avere queste contraddizioni che non possono essere guarite dall'intervento del governo, ma sono connaturate alla storia delle popolazioni". Così si concludeva l'ultimo articolo di Giorgio Bocca pubblicato lo scorso 28 novembre nella rubrica 'L'antitaliano' su 'L'Espresso'. L'articolo commentava le alluvioni in Liguria e le relative responsabilità non solo dei politici ma di tutti gli italiani.

(link originale dell'articolo: http://it.notizie.yahoo.com/morto-giorgio-bocca-91-anni-addio-allantitaliano-173828063.html?nc)

domenica 18 dicembre 2011

Vaclav Havel

È morto Vaclav Havel, protagonista assoluto delle Rivoluzioni dell'89
È spirato dopo lunga malattia a 75 anni , primo presidente
della Cecoslovacchia postcomunista


MILANO - Vaclav Havel è morto. Il protagonista della Rivoluzione di Velluto del 1989 e il primo presidente della Cecoslovacchia post-comunista e della Repubblica Ceca, dopo che si separò dalla Slovacchia, è spirato dopo lunga malattia.

DISSIDENTE DI LUNGO CORSO - Fu uno dei protagonisti assoluti delle Rivoluzioni del 1989 che misero fine ai regimi comunisti, alleati all'Unione Sovietica. Dissidente di lungo corso, drammaturgo, fu l'ispiratore primo di Charta 77, movimento che insieme al polacco Solidarnosc fu una delle spine nel fianco di Mosca per diversi anni. Nonviolento per convinzione, nell'autunno del 1989, Havel riuscì ad abbattere la presidenza del filosovietico Husak senza ricorrere alla violenza. Così come in modo assolutamente pacifico, gestì, una volta diventato presidente, la divisione della Repubblica Ceca dalla Slovacchia nel 1993.

(link originale dell'articolo: http://www.corriere.it/esteri/11_dicembre_18/vaclav-havel-morte-repubblica-ceca_47898430-2969-11e1-b27e-96a5b74e19a5.shtml)













(link originale dell'immagine: http://www.stopin-praha.cz/images/articles/havel.jpg)